Il Perugino a Perugia

Perugia:

 

Abbazia di San Pietro

Borgo XX Giugno, 74, 06126 Perugia PG
Perugino, San Mauro, Santa Scolastica, San Pietro Vincioli, Sant’Ercolano e San Costanzo, 1496-1500, olio su tavola, 28 x 33 cm ca., Perugia, museo del monastero di San Pietro

Le tavolette appartenevano alla predella che costituiva parte della grande macchina d’altare della chiesa di San Pietro a Perugia.

Tra i santi rappresentati, alcuni dei quali sono i più importanti per l’ordine dei benedettini che qui vivevano, si trova anche il presunto ritratto dell’abate don Lattanzio, primo committente della complessa opera, sotto le sembianze di San Pietro Vincioli, che dimostra tratti somatici più caratterizzati rispetto alle altre figure.
Sono presenti anche due dei tre Patroni di Perugia: i due vescovi Sant’Ercolano, che assurse al ruolo di “defensor civitatis” durante l’assedio barbaro di Totila, e San Costanzo.

Perugino, Pietà, olio su tavola, 144 x 152 cm, Perugia, museo del monastero di San Pietro

La tavola costituisce, originariamente, la cimasa del grande Polittico a due lati destinato alla chiesa di Sant’Agostino a Perugia. Lo storico Serafino Siepi riferisce che nel 1816 l’opera viene acquistata dai monaci Cassinensi di San Pietro dai frati agostiniani in sostituzione della Concezione di Maria Vergine di Giovan Battista Salvi detto “Sassoferrato” che era stata trasferita a Roma nel 1813. Viene svolto, in forma semplificata, un tema di origine settentrionale trattato dal Perugino in altre opere, come quella oggi custodita presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. La critica, che nei secoli ha espresso pareri positivi riguardo al livello qualitativo dell’opera, assegna la cimasa alla fase avanzata di Perugino, 1512 – 1515, in cui prevale una gamma coloristica pallida e delicata.

 

Palazzo Baldeschi al Corso

Corso Pietro Vannucci, 66, 06121 Perugia PG
Perugino, San Girolamo penitente, 1515 circa, 133 x 110 cm, olio su tela, Perugia, Fondazione Cassa di Risparmio

Il dipinto, oggi incorniciato, era forse in origine uno stendardino processionale. Nell’opera si trova un San Girolamo anziano dai lunghi capelli e la folta barba canuta in veste di eremita, inginocchiato di fronte al Crocifisso, nell’atto di colpirsi il petto con una pietra; accanto a lui, si trovano gli attributi del leone ammansito e del copricapo cardinalizio gettato a terra, segno di rinuncia alle glorie terrene.
La tela, che ha subito delle cadute di colore, è stata ampiamente ridipinta dal pittore Giuseppe Carattoli nel XVIII secolo, quando viene anche dotata di una cornice.

Perugino, Madonna con Bambino e due cherubini, 1495 circa, olio su tavola, 34,4 x 50,5 cm, Perugia, Fondazione Cassa di Risparmio

Questa Madonna con Bambino, di indubbia paternità di Perugino per l’alto livello tecnico di esecuzione, potrebbe stata essere eseguita intorno al 1495, poiché l’opera presenta alcuni punti in comune con la coeva Pala dei Decemviri.

Influenzato dal clima di severità imposto dal monaco Girolamo Savonarola durante il suo breve governo fiorentino, il Vannucci rappresenta una Madonna molto austera, seriosa e priva di acconciature alla moda, tuttavia ancora molto giovane e fresca. Le tonalità intense ma morbidamente sfumate, come il verde del manto e il rosso della veste, richiamano l’esperienza veneziana del 1594.

 

Nobile Collegio del Cambio

Corso Pietro Vannucci, 25/D, 06121 Perugia PG
Perugino, Decorazione della Sala d’Udienza, 1500, Perugia, Nobile Collegio del Cambio

Perugino, al culmine della sua carriera in Umbria, nel 1499 riceve l’incarico ufficiale di dipingere la Sala D’Udienza da parte dell’Arte del Cambio, la quale aveva allestito una commissione per scegliere sia il pittore sia il programma decorativo.

Partendo dalla volta, l’artista esegue un’Allegoria della Fortuna, con il Trionfo di Apollo e i vari pianeti entro tondi accompagnati dagli altri segni dello Zodiaco. Lungo le pareti è dipinto il Trionfo delle Virtù: sono affrescate le quattro Virtù Cardinali, impersonate da uomini virtuosi dell’antichità classica, mentre le tre Teologali sono accompagnate da episodi della vita di Cristo (Natività e Trasfigurazione) ed Eterno con Profeti e Sibille; Catone Uticense, a destra dell’ingresso, introduce il ciclo.

Tra i due gruppi di Uomini illustri c’è un piccolo riquadro, nella forma di un quadretto en trompe-l’œil, con l’autoritratto di Perugino al tempo della sua impresa pittorica all’interno del Collegio, accompagnato nella parte inferiore da un cartiglio autocelebrativo dove si auto-elegge a riscopritore -o, direttamente- ideatore dell’arte pittorica.

 

Galleria Nazionale dell’Umbria

Corso Pietro Vannucci, 19, 06123 Perugia PG
Opere Varie

La Galleria Nazionale dell’Umbria ospita la più grande collezione al mondo di opere dipinte da Perugino. Tra i vari dipinti, si trovano i lavori del Maestro e dei seguaci provenienti dalle strutture religiose del territorio, come ad esempio La Pala Opistografa e la Natività di Monteripido, le tavolette di San Bernardino, eseguite da vari artisti, e il Martirio di San Sebastiano, da San Francesco al Prato, oltre ad altre Pale fatte dipingere su commissioni di confraternite perugine e dalle nobili famiglie locali (Adorazione dei Magi e Pala Tezi).

 

Cappella di San Severo

Piazza Raffaello, 06122 Perugia PG
Perugino e Raffaello, Trinità e santi, 1505-1508 e 1521, affresco, 175×389 cm, Perugia, Cappella di San Severo

L’opera viene commissionata inizialmente a Raffaello nel 1505 dai monaci camaldolesi che avevano edificato monastero e chiesa di San Severo nel punto più alto del rione di Porta Sole a Perugia.

Raffaello realizza una Trinità, espressa attraverso le figure di Dio Padre, oggi parzialmente leggibile, la colomba dello Spirito Santo e Gesù Benedicente, con gli angeli e i sei santi più importanti per l’Ordine di Camaldoli.

Il pittore non termina l’opera perché dal 1508 è impegnato a Roma; non farà più ritorno a Perugia per terminare la commissione camaldolese e morirà prematuramente nel 1520.

Dopo la morte dell’artista, Perugino è chiamato a completare l’affresco incompiuto: esegue sei santi riconducibili all’ordine benedettino, ovvero Santa Scolastica, San Girolamo, San Giovanni Evangelista, San Gregorio Magno, San Bonifacio e Santa Marta.

 

Chiesa di Sant’Agostino

Piazza Domenico Lupattelli, 3, 06123 Perugia PG
Copie dallo smembrato Polittico di Sant’Agostino

Il Polittico di Sant’Agostino è un grande complesso di tavole (smembrate ed in parte perdute) realizzato dal Perugino e dalla sua bottega in due fasi (1502-1512 e 1513-1523, anno della morte del maestro di Città della Pieve).  Il grande impianto pittorico venne commissionato come pala di altare per la chiesa di Sant’Agostino a Perugia; nel 1495, i frati agostiniani affidarono a Mattia di Tommaso da Reggio la costruzione della struttura lignea a due facciate per ospitare i dipinti, terminata nel 1500. Nel tempo, e definitivamente con le spoliazioni napoleoniche, le tavole sono state disperse e sono collezionate, oggi, in vari musei del mondo.

Monastero di Sant’Agnese

Via Sant’Agnese, 8, 06123 Perugia PG
Perugino, Madonna delle Grazie tra due committenti, 1515-1522, affresco, 170 x 230 cm, Perugia Monastero di Sant’Agnese.

L’opera viene commissionata a Perugino per il monastero delle clarisse di Sant’Agnese, comunità di clausura tuttora attiva a Perugia, nel quartiere di Porta Sant’Angelo.

La Vergine, immersa in un paesaggio tipicamente umbro, nell’atto di benedire i fedeli, è sovrastata da due angioletti e ha ai piedi due piccole figure che rappresentano le probabili due committenti in veste francescana; riguardo all’identità di quest’ultime ci sono varie ipotesi, avallate dall’iscrizione sottostante l’affresco, fortemente ridipinta nel corso dei due secoli scorsi, che sembra recare i nomi di Suor Eufrasia e Suo Eustochia.