Perugino - Nel Mondo

PERUGINO NEL MONDO

All’apertura del Musée Central des Arts (che, successivamente, diventerà meglio noto con il nome di Musée du Louvre), nell’agosto 1793, le collezioni reali, già dense di opere dei maggiori artisti italiani di Cinque e Seicento, non comprendevano ancora opere anteriori alla produzione del Rinascimento maturo: all’epoca una sola opera di Perugino, il San Girolamo (oggi conservato al Musée des Beaux Arts di Caen), era entrata a far parte della collezione di Francesco I.

Alla vigilia della campagna italiana il gusto collezionistico era infatti orientato verso un certo classicismo, che aveva guidato le scelte nella selezione del patrimonio destinato ad arricchire il tesoro amplissimo di Parigi. Tutto ciò che era avvenuto prima di Raffaello, Correggio, Tiziano, Veronese non godeva ancora di un’adeguata considerazione.

Un mutamento sostanziale di questa percezione avvenne intorno al 1797, quando il pittore accademico Jacques-Pierre Tinet fu inviato a Perugia per disporre nuove requisizioni che andassero a colmare questa lacuna storiografica nel Musée de la Republique Française: proprio in questo frangente, l’opera del Perugino ricoprì sfortunatamente un ruolo di enorme prestigio, dovuto ancora principalmente alla sovrapposizione dei suoi lavori con quelli del celebre allievo Raffaello.

Capolavori del calibro de Lo Sposalizio della Vergine (oggi al Musée des Beaux-Arts di Caen), alcuni pannelli del Polittico di Sant’Agostino (oggi addirittura diviso tra Perugia, Tolosa, Lione, Grenoble, Parigi e Birmigham) e parte del Polittico di San Pietro (smembrato tra Lione, Nantes, Rouen, Perugia e Roma) furono allora inviati alla volta della Francia per poi non fare mai più ritorno in Italia, nemmeno a seguito della missione di recupero effettuata dal Canova.

La successiva calata delle armate francesi sconvolse profondamente la geografia del panorama storico artistico italiano, comportando allo stesso tempo un’ampia circolazione di opere d’arte e quindi una notevole disponibilità di dipinti sul mercato antiquario, pronti ad essere acquistati e ad entrare a far parte delle grandi collezioni degli amatori.

Nei musei di tutta la Francia al giorno d’oggi è infatti possibile trovare anche altre opere della produzione del Perugino, confluite nei cataloghi grazie anche alla successiva spinta collezionistica post spoliazioni napoleoniche che proseguì per tutto l’Ottocento, complici anche gli studi contemporanei che contribuirono a ripristinare la fortuna critica di Vannucci, comprendendone finalmente la portata innovativa.

Nelle collezioni francesi troviamo numerose opere di grande pregio del Perugino, arrivate dapprima a Parigi e poi ridistribuite nella provincia: basti pensare che solamente al Musée du Louvre possiamo contare una ricca presenza di dipinti di Vannucci, quali le tavolette di predella raffiguranti scene dalla Hieroymanium di Giovanni d’Andrea (San Girolamo che resuscita il cardinale Andrea, Cristo morto e San Girolamo che assiste due giovani impiccati ingiustamente), Apollo e Dafni, il Tondo della Vergine col Bambino tra due sante e due angeli, un San Sebastiano, la Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria e la Lotta tra Amore e Castità; nel resto dei musei nazionali della Francia, oltre alle opere già menzionate ed alle tavole degli smembrati Polittici di San Pietro e Sant’Agostino, troviamo la Madonna in trono fra S. Agostino e S. Girolamo a Bordeaux, la Famiglia della Madonna a Marsiglia, la Madonna con san Giovannino e due Angeli adoranti il Bambino a Nancy e la Madonna fra San Pietro e San Girolamo a Chantilly.

Inoltre, a causa dei numerosi e complessi passaggi di proprietà tra i maggiori collezionisti di tutta Europa, i dipinti del Perugino sono sparse in varia misura in diverse collezioni museali del vecchio continente, a partire dal vicino Regno Unito: alla National Gallery di Londra troviamo infatti il Polittico della Certosa di Pavia e la Madonna di Loreto; l’affresco staccato dell’Adorazione dei pastori al Victoria and Albert Museum; la Natività della Vergine è alla Walker Art Gallery di Liverpool mentre la tavola “gemella” raffigurante il Miracolo della Neve si trova a Polesden Lacey, nel Surrey; il San Girolamo penitente fa parte delle Collezioni Reali di Hampton Court, mentre la National Gallery of Scotland di Edimburgo conserva le Quattro figure di nudi maschili e la National Gallery of Ireland di Dublino una Pietà.

In Germania troviamo la predella con l’Ultima Cena dalla Pala Tezi (Berlino, Gemaeldegalerie), una Madonna col Bambino e san Giovannino (Francoforte, Staedel Museum) e l’Apparizione della Vergine a san Bernardo, Madonna con Bambino, San Giovanni Battista e San Nicola, il Battesimo di Cristo, la Resurrezione di Cristo e Madonna con Bambino, San Giovanni Battista e San Girolamo (Monaco, Alte Pinakothek); al Kunsthistorisches Museum di Vienna sono conservati la Madonna col Bambino tra santa Caterina d’Alessandria e Santa Rosa, il Battesimo di Cristo, la Madonna in trono col Bambino tra i Santi Pietro, Giovanni Evangelista, Giovanni Battista e Paolo e il San Girolamo Penitente, mentre al Lindenau-Museum di Altenburg si trovano i pannelli originariamente parte del Polittico dell’Annunziata raffiguranti Sant’Elena e un Santo.

Al Nationalmuseum di Stoccolma, inoltre, è conservato un San Sebastiano, mentre un altro San Sebastiano è all’Ermitage di San Pietroburgo insieme al Ritratto di giovane uomo.

Grazie alla grande disponibilità di opere sul mercato collezionistico, verso la fine dell’Ottocento iniziarono anche a formarsi le grandi collezioni d’arte americane, poi confluite nei cataloghi dei più importanti musei, che al giorno d’oggi sono infatti ricchi di dipinti del Perugino: alla National Gallery of Art di Washington sono conservati il Ritratto di Lorenzo Credi, una Madonna col Bambino ed il Trittico Galitzin; a New York troviamo invece la Madonna con santi adoranti il Bambino (Pierpont Morgan Library) e la Resurrezione di Cristo, il San Giovanni Battista e la Santa Lucia (Metropolitan Museum); allo Sterling and Francine Clark Art Institute è presente il Sepulchrum Christi, al Detroit Institute of Arts una Madonna con Bambino ed al Carnegie Museum of Art di Pittsburgh il Sant’Agostino con i membri della confraternita di Perugia. L’Art Institute di Chicago conserva invece una predella con storie di Cristo, mentre il North Carolina Museum of Art di Raleigh possiede un San Giovanni Evangelista ed una Madonna dolenti.

Anche in Sud America, infine, è possibile vedere un Perugino: un altro San Sebastiano è infatti addirittura presente nella collezione del Museu de Arte di San Paolo, in Brasile.

PERUGINO IN VATICANO

Pietro Vannucci e la sua bottega vengono incaricati da Papa Sisto IV, a partire dal 1481, per la decorazione della Cappella Sistina, da suddividersi in tre registri distinti: la parte inferiore, adornata da finti tendaggi, quella centrale con un tema biblico, la Vita di Mosè, e uno neotestamentario, la Vita di Gesù, infine quella superiore nella quale sono effigiati i primi Papi della Chiesa, partendo dalle figure di Cristo e di Pietro sopra l’altare. Nella parte mediana, la più importante, vengono realizzati sedici affreschi totali dai Maestri più noti dell’epoca, tra cui Sandro Botticelli, Cosimo Rosselli, Luca Signorelli, Domenico Ghirlandaio, Bartolomeo della Gatta. Delle cinque scene rappresentate da Perugino, se ne conservano solo tre (il Battesimo di Cristo, il Viaggio di Mosè e la Consegna delle chiavi), poiché il Ritrovamento di Mosè e la Nascita di Gesù sono state distrutte quando Michelangelo ha dipinto il celeberrimo Giudizio Universale. Sempre ad affresco, nella Stanza dell’Incendio di Borgo, si occupa della volta: entro partizioni triangolari di una crociera arricchita da una decorazione a grottesca su fondo oro, preziosa e raffinata, dipinge quattro tondi con il Padre in trono tra angeli e cherubini, Cristo tra la Misericordia e la Giustizia, la Trinità tra gli apostoli, Cristo Sol Iustitiae e Cristo tentato dal demonio; siamo nel 1508, l’anno in cui Raffaello Sanzio si trasferisce a Roma, convocato da Papa Giulio II.
Nella Pinacoteca Vaticana si trovano inoltre altri capolavori del maestro umbro: dalla Cappella dei Priori delle Arti di Perugia proviene la Pala dei Decemviri (1495-1496), dalla chiesa di San Francesco al Prato la Resurrezione di Cristo, dallo smembrato Polittico di San Pietro (1496-1500) le figure di San Benedetto, Santa Flavia, San Placido.

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