Pinacoteca Nazionale di Bologna – Bologna
Il museo nasce nel 1808 come quadreria dell’Accademia di Belle Arti, l’istituto d’istruzione sorto dalle ceneri della settecentesca Accademia Clementina. L’antico nucleo, proveniente dall’Istituto delle Scienze, venne arricchito dalla straordinaria raccolta di quasi mille dipinti frutto delle soppressioni di chiese e conventi compiute dopo l’ingresso delle truppe napoleoniche a Bologna, tra il 1797 e il 1810.
La Pinacoteca conobbe per tutto l’Ottocento un forte incremento di sale e di opere: frutto delle soppressioni del 1866 attuate dal nuovo stato italiano, ma anche di lasciti e acquisizioni.
L’itinerario di visita si snoda a partire dalle ricche testimonianze del Trecento bolognese, senza dimenticare la significativa presenza del polittico di Giotto. Il Rinascimento è testimoniato dai ferraresi Francesco del Cossa ed Ercole Roberti e dal bolognese Francesco Francia, con numerose pale d’altare.
Procedendo dal capolavoro dell’Estasi di santa Cecilia dipinto per Bologna da Raffaello, il percorso giunge – dopo le opere di Parmigianino e del Passerotti – alla riforma di fine Cinquecento, testimoniata dalla folta produzione dei Carracci: Ludovico, Agostino ed Annibale. Seguono poi i capisaldi del Seicento emiliano con opere di Guido Reni, tre straordinarie pale di Domenichino, le tele di Francesco Albani e di Guercino.
L’itinerario si conclude col Settecento multiforme di Giuseppe Maria Crespi e dei fratelli Gaetano e Ubaldo Gandolfi.